Installazioni

Wonderful Life, 2019, Art Site @ Castello di Govone (AT), opera in permanenza.

Questo intervento è ubicato nelle sale cinesi del Castello di Govone. In queste sale vengono rappresentati alle pareti i cicli di lavorazione della seta e della terracotta, dalla preparazione alla vendita del prodotto finito, testimonianza degli intensi scambi commerciali tra la Cina e i Savoia. I dipinti su carta di riso risalgono al XVIII secolo e colpisce, oltre alla tecnica sopraffina, la capacità di far dialogare gli stilemi della decorazione orientale con l’architettura occidentale. La mia opera getta uno sguardo sula Cina contemporanea e l’attuale relazione con l’occidente. Il soggetto dell’ intervento è il Campus del colosso della telefonia Huahuei a Dongguan cui edifici sono repliche esatte delle storiche università occidentali e da me riprodotti  ad acquarello su carta da parati . I miei pannelli di carta da parati sono stati successivamente inseriti negli spazi vuoti della sala, rispettando le proporzioni del manufatto originale tanto da confondersi con esso. Una curiosità: dopo un mese dall’installazione dell’opera la Huahuei è stata protagonista del famoso scontro con l’amministrazione Americana in merito a questioni legate alla privacy e sicurezza nazionale…

The Queen, 2018, Art Site @ Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO).

Il concept che sta alla base del mio intervento è procurare uno straniamento nello spettatore: ho creato un paravento – come i tanti che si incontrano durante la visita alla palazzina – su cui ho dipinto parte di una mucca. L’immagine sul tessuto non fa parte del contesto aulico e mitologico a cui la palazzina è dedicata, non è bottino di caccia, bensì un animale usato nei campi, umile per eccellenza, unica forza lavoro per le classi meno agiate. Per rafforzarne la suggestione l’animale viene rappresentato addobbato “a festa” durante i riti popolari che da secoli le vengono dedicati per sancirne l’importanza, sia nel lavoro nei campi che come fonte di cibo. Questa immagine è parte del paravento, ma sullo stesso vi è un’alternanza ritmica di suggestioni cromatiche e di intrecci decorativi, con un continuo rimando all’estetica del contesto in cui è collocato. Non c’è un prima o un dopo, un primo piano o uno sfondo, c’è un intreccio di storie, se vogliamo vederle.

I Tredici Rudimenti, 2017, @ Cavallerizza Reale, Torino.

Il mio intervento sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto é una proiezione mentale con continui rimandi e scarti di significato tra sfera privata e immagine aulica dell’edificio.
Ho utilizzato le tracce di vita presenti nella stanza come trama per un racconto immaginario che si sviluppa nel corso dei secoli, a partire dalla fondazione della Cavallerizza nel 1678 sino al suo ultimo utilizzo come sede di abitazioni private.
Anche la musica rientra nell’ampia riflessione sul tempo; verranno eseguiti i tredici rudimenti per rullante utilizzati dalle bande militari, in questo caso decontestualizzati a colonna sonora del racconto. E’ una riflessione sui codici estetici che si sono stratificati nel corso degli anni, e di come siamo ormai così assuefatti al punto da non accorgerci della loro presenza, del loro significato che da estetico diventa sociale e politico.

Il Curioso caso del Cervo Volante e altre storie, 2014, @ Preziosa Opera, Valenza (AL).

Con “Il curioso caso del cervo volante ed altre storie” vorrei invitarvi ad entrare in una sorta di wundercammer, la mia personale stanza delle meraviglie. Ho provato a ricreare quella dimensione magica e preziosa in cui immaginazione e memoria si confondono in una stratificazione di fantasie e ricordi. Animali fantastici ed inaspettati, paesaggi familiari eppure insoliti, piccoli ritratti misteriosi che evocano suggestioni, compongono associazioni e infine suggeriscono storie.

The Reading Room, 2014, @ Riccardo Costantini Contemporary.

L’installazione “ The Reading Room” presentata nel mese di aprile del 2014 in occasione della mia personale presso la galleria “Riccardo Costantini Contemporary” a Torino è stata l’occasione per sperimentare una nuova forma compositiva, che mi permettesse di passare oltre la semplice struttura bidimensionale. Ho costruito uno spazio definito, caratterizzato da una impronta decorativa marcatamente classica, stendendo una carta da parati floreale nella parte centrale della parete terminando in alto con una cornice e in basso con una boiserie. Sulla carta ho operato su vari livelli, dipingendo figure e paesaggi fortemente evocativi e presenti nella nostra memoria visiva, quasi a voler ricreare una “archeologia domestica”. La disposizione iconografica è apparentemente casuale, in realtà mi muovo dentro una rigida struttura compositiva che mi permette di godere appieno delle singole figure così come delle cancellazione della texture floreale che ospita l’intervento. E’ una proiezione mentale di più storie, alcune marcate, altre appena sussurrate, che negli anni sono andate a sovrapporsi, come velature, sulle pareti sino ad impregnarne la superficie, giocanti con continui rimandi e scarti di significato tra sfera privata e immagine pubblica.